Il lifting frontale

Il lifting coronarico per andare a fronte alta

Se la fronte ha ceduto, non resta che una strada per “risollevare” la situazione: il lifting coronarico. Un mini intervento che non lascia edemi né ecchimosi e che ringiovanisce, dandovi più spazio, il terzo superiore del viso.

Marchiati sulla fronte, i segni di una ptosi muscolo-cutanea (abbassamento delle sopracciglia, presenza di rughe e solchi verticali) rendono l’espressione generale del viso non solo più invecchiata, ma anche cupa e corrucciata. Prendendo in considerazione il volto, la fronte non è – come, ad esempio, avviene per la zona degli occhi o delle labbra – tra le prime a subire le conseguenze del fisiologico processo di sfaldamento, ma può tuttavia andare soggetta ad un precoce invecchiamento (che magari non interessa altri punti del viso), favorito da fattori esogeni che coinvolgono l’emotività del soggetto (stress, ansie, preoccupazioni,  espressioni mimiche). Per rimediare ad una fronte bassa, solcata dalle rughe, oggi si interviene con una tecnica mini invasiva, che non lascia tracce chirurgiche visibili e consente un ritorno al sociale pressoché immediato: il lifting coronarico.

 Spazio frontale

Non sempre una fronte “bassa” è la conseguenza di un rilassamento muscolare e/o cutaneo. Questa caratteristica può essere infatti anche fisiologica ed incidere ugualmente sull’estetica e sulla  espressività del volto. Anche in questo caso, il lifting coronarico servirà a restituire la giusta apertura alla fronte, intervenendo sul risollevamento  delle sopracciglia e – se il caso lo richiede – sull’adeguamento dell’arcata sopraccigliare, qualora risultasse troppo o troppo poco marcata. Impiegato per il ringiovanimento del volto, il lifting coronarico può essere realizzato anche per ptosi di media entità (in questo frangente, l’intervento avrà anche un effetto preventivo nei confronti di un ulteriore rilassamento) e praticato anche contemporaneamente ad altre tecniche di face rejuvenation.

Quando è indicato l’ intervento?

Farlo o non farlo? Quando? Come? Perchè? La scelta di ricorrere al lifting coronarico è legata – come per gli altri interventi di chirurgia estetica – a come il soggetto vive la sua personale dismorfia. Quello che “clinicamente” può essere detto è che questo specifico lifting offre risultati particolarmente apprezzabili nel caso dei seguenti inestetismi:

  • rughe frontali
  • abbassamento sopraccigliare
  • rilassamento della parte esterna dell’occhio
  • caduta delle guance

Tra i benefici estetici del lifting coronarico troviamo il raggiungimento di un’espressione più armoniosa del viso, ed in particolare del terzo superiore, che è tra l’altro la parte che maggiormente osserviamo quando ci troviamo qualcuno… di fronte.

Lifting frontale: Tecnica

Il lifting coronarico non prevede incisioni su punti esposti alla vista. Il risollevamento della zona frontale richiede un’incisione praticata a zig-zag sul cuoio capelluto, partendo al di sopra di un orecchio (un paio di centimetri dall’attaccatura dei capelli) e terminando al di sopra dell’altro. Eseguita l’incisione (oggi si utilizza il laser CO2 pulsato in luogo del bisturi), si prosegue con lo scollamento del periostio, dei muscoli corrugatori frontali, delle sopracciglia e del piccolo muscolo verticale situato alla radice del naso (il procerus). A questo punto, vengono sollevati indietro e lateralmente i tessuti, ancorando la cute ed i muscoli al cuoio capelluto per mezzo di punti riassorbibili. “Sganciando” dal periostio alcuni muscoli corrugatori, la mimica facciale verrà inoltre limitata in modo da prevenire l’ulteriore comparsa delle rughe frontali. Attraverso il lifting coronarico,  si può risollevare anche il lato esterno dell’occhio e addirittura – nel caso di caduta delle guance – arrivare fino allo zigomo per risollevare anche i contorni del viso.

Il post operatorio del lifting frontale

Eseguito il lifting coronarico ed applicati i dovuti punti di sutura, si applica attorno alla fronte un bendaggio compressivo, utile per favorire il processo di guarigione. La fasciatura a “turbante”, assieme ai punti, verrà rimossa dopo sette giorni dall’intervento.

Mini lifting: A volte è meglio

Se è solo, o soprattutto, la fronte a riportare gli inestetici segni del tempo, è preferibile intervenire subito con un lifting parziale piuttosto che rimandare più in là con gli anni ricorrendo ad un lifting totale. Questo per due vantaggi: uno estetico (l’intervento porterà ad un apprezzabile miglioramento dell’aspetto generale del volto) ed uno preventivo (intervenendo precocemente, all’esordio delle prime rughe, si contrasterà per molto tempo ancora il progressivo processo di invecchiamento). C’è infine un altro vantaggio, di natura più pratica. A differenza del lifting totale del viso, che comporta la visibilità di edema ed ecchimosi e richiede pertanto diverse sedute di linfodrenaggio manuale e terapia laser, il lifting coronarico consente un più rapido ritorno al sociale e non richiede trattamenti post operatori.

Ritoccare l’ arcata sopraccigliare

Come abbiamo già accennato, il lifting coronarico può essere l’occasione per riconformare l’arcata sopraccigliare nel caso questa “stonasse” con l’armoniosità dei parametri facciali. Se l’arcata risulta troppo marcata, si provvede ad una sua riduzione ossea. Se invece è poco pronunciata, si provvederà all’inserimento di una mini protesi. In entrambe le procedure, si ricorre ad un’incisione a losanga della zona temporale (anche in questo caso, le tracce chirurgiche non saranno visibili in quanto nascoste dai capelli). L’intervento si conclude quindi praticando alcuni punti di sutura (da rimuovere in dodicesima giornata) ed applicando  una medicazione “a turbante”, che il paziente dovrà tenere per qualche giorno.